- On 28/04/2020
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 - Tags: Bandiera Arancione, benevento, gite, giustiniani, museo della ceramica, tradizione ceramista, turismo scolastico
 
Cerreto Sannita, alla scoperta di una Città Italiana della Ceramica
Cerreto Sannita (Bn), “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, è una delle Città italiane della Ceramica. La cittadina venne distrutta da un tragico terremoto che se da un lato portò morte e distruzione, dall’altro consentì la nascita della nuova Cerreto Sannita con delle caratteristiche innovative eccezionali. Da scoprire il Museo dedicato ad una tradizione unica nel suo genere, grazie alla materia prima offerta dal fiume Titerno.
Scopriamo insieme Cerreto Sannita e le bellezze custodite nel suo Museo della Ceramica
Cerreto Sannita, le cui origini risalgono al XII sec., in epoca normanna, fu possedimento dei Sanframondo, poi feudo dei Carafa che ne conservarono il possesso fino all’abolizione dei diritti feudali.
Il Fiume Titerno
Per secoli il corso d’acqua ha fornito ai ceramisti di Cerreto Sannita la materia prima per sviluppare un artigianato che nel XVIII divenne arte vera e propria, e che grazie alle botteghe degli artigiani contemporanei consente oggi a Cerreto di essere una delle “Città Italiane della Ceramica”.
Il Museo Civico e della Ceramica Cerretese
L’esposizione inaugurata nel 1995, documenta la tradizione della ceramica artistica fiorita a Cerreto Sannita dopo il sisma del 1688 quando, per la ricostruzione, dei famosi ceramisti quali Giustiniani, Marchitto, Scarano e Russo vi importarono gli influssi tecnici e stilistici della manifattura di Capodimonte.
I quattro maestri figulini ammodernarono il repertorio decorativo dei manufatti prodotti in loco, dai piatti da pompa ai vasi da farmacia, e poi brocche, acquasantiere, orci, anfore, lavabi, zuppiere, “Riggiole” (mattonelle) decorate con temi religiosi o paesaggistici.
I colori più usati nella maiolica storica cerretese sono il giallo, il verde, l’arancione e, da metà 700, il chiaroscuro turchino, blu cobalto, usato soprattutto per i vasi da farmacia. Con il rococò, apparvero poi vivaci motivi a cineserie, floreali e di influenza francese, mentre il neoclassico portò quindi all’imitazione di modelli antichi.
L’esposizione
è costituita da tre sezioni quella di ceramica antica, ubicata nel monumentale Palazzo S. Antonio, con oggetti risalenti all’epoca romana ed una raccolta di lavorazioni locali d’età barocca sino al XIX secolo. Ha in dotazione ceramiche antiche provenienti da collezioni private prodotte tra il XVIII ed il XX secolo. Oltre a notevoli frammenti di protomaiolica medievale (un’acquasantiera trecentesca decorata con Santa Caterina con la ruota; un presepe ed un’acquasantiera con ostensorio a tinta gialla del Quattrocento; un’altra acquasantiera cinquecentesca con Sant’Antonio Abate; ceramiche con stemmi gentilizi, tra cui un piatto della badessa Mazzacane), spiccano la Formella di Cristo al Calvario, opera attribuita ad Antonio Giustiniani, e parte del Corredo della Farmacia di San Diodato di Benevento (albaroni, albarelli), recanti lo stemma di papa Benedetto XIII Orsini e realizzate da Domenico Giustiniani, testimonianza di grande inventiva ed elevato livello artistico.
Poi vi è la sezione di arte ceramica contemporanea, dedicata al maestro Salvatore Cipolla, un ceramista italiano che nel 1997 lanciò l’idea di tenere a Cerreto Sannita una prima biennale di arte ceramica contemporanea. Ubicata presso le ex carceri feudali-Palazzo del Genio, custodisce le opere degli artisti che hanno partecipato alle diverse biennali.
Infine vi è la prestigiosa Collezione del magistrato e storico locale Vincenzo Mazzacane (1878-1956), donata nel 2005 al Museo dai suoi discendenti. Essa consta, all’incirca, di quattrocento pezzi ascrivibili, in gran parte, al Settecento ed eseguiti da abili maestri locali, molti dei quali trasferitisi in quella città da Napoli, e comprende anche pezzi di ceramica di altre realtà campane. La collezione costituisce una testimonianza unica ed irripetibile per lo studio e la ricostruzione della storia della ceramica cerretese.
Da vedere anche la Cattedrale della SS. Trinità
con un’ampia facciata a tre portali ed un luminoso interno a tre navate; la parrocchiale di San Martino, preceduta da una scalinata a rampe ricurve; la chiesa di San Gennaro, oggi sede del Museo d’arte sacra; il ponte romano detto “di Annibale” che, si dice, vi sarebbe passato con il suo esercito nel corso della seconda Guerra Punica.
Non può mancare una sosta presso la bottega del ceramista Piero Marcuccio, abile artigiano che ripropone fedelmente l’antica produzione di ceramiche del’700. Il Maestro cerretese in questo modo continua la tradizione creando degli oggetti di particolare e raffinata bellezza.
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Autore: Stefania Maffeo Giornalista multitasking, classe 1976, eclettica comunicatrice, appassionata lettrice, di cinema e di storia contemporanea, da sempre utilizza la parola come strumento di piacevole realtà. Esperta in comunicazione istituzionale, organizzazione di eventi e giornalismo scolastico, è da oltre dieci anni impegnata in progetti di elaborazione magazine e blog per alunni di scuole di ogni ordine e grado, contribuendo a favorire nei giovani l’interesse per la realtà circostante unita al corretto modo di valutare ed interpretare le informazioni mediatiche.  | 


