- On 09/11/2019
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Napoli del potere, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Viaggio nella bellezza alla scoperta della Reggia e del Museo di Capodimonte, che si staglia su una collina impervia che domina il golfo di Napoli. Voluta nel 1738 dal re di Napoli Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta, regina di Spagna e ultima erede della dinastia farnese. La reggia, destinata fin da subito ad essere residenza di corte e prestigiosa sede museale, è stata trasformata definitivamente in museo nazionale nel 1957. La sua pinacoteca raccoglie innumerevoli capolavori che vanno dal milleduecento ai nostri giorni.
Scopriamo insieme la Reggia di Capodimonte
Sino alla costruzione della Reggia, il “Capo di Monte” di Napoli era un immenso bosco dove nel 1734 Carlo di Borbone, Re di Napoli, si era fatto costruire una residenza di Corte per le sue scorribande di caccia. Come molti altri Borbone, Carlo amava molto andare pescare e andare a caccia ed è grazie a questa sua “sanguinaria” passione che fece recuperare alcune importanti aree naturali e fece costruire delle splendide residenza di caccia. Non solo Capodimonte, quindi, ma anche la Casina sul Lago Fusaro e quella di Carditello.
Nel 1738 il sovrano decide di trasformare questo semplice Casino di caccia in una Reggia per ospitare la ricca Collezione Farnese di cui sua madre gli aveva fatto dono. L’incarico venne affidato a Giovanni Antonio Medrano, che sviluppò un edificio con due rigorose facciate in stile dorico in cui il tradizionale “rosso napoletano” contrasta con il piperno grigio.
La maestosa costruzione accoglie una apprezzatissima esposizione museale articolata sui diversi piani: l’Appartamento storico e la ricca collezione farnesiana; la Galleria con opere napoletane dal ‘200 al ‘700; la Collezione di opere dell’800 e di arte contemporanea.
All’uscita si potrà fare una rilassante passeggiata nel curatissimo Parco della Reggia, originaria riserva di caccia del Re. Il Bosco di Capodimonte è l’unico grande polmone verde della città di Napoli. Rimasto intatto rispetto alla struttura del ‘700, è il risultato della grande passione che Carlo di Borbone aveva per la caccia e la botanica e che lo spinse a dare, nel 1742, incarico all’architetto Ferdinando Sanfelice di disegnare i 124 ettari del parco, che, oggi come allora, sono ricchi di piante secolari come lecci, querce, castagni, olmi e tigli. Ma la passeggiata nel bosco di Capodimonte riserva anche alcune sorprese: tra gli alberi, di tanto in tanto, spuntano edifici importanti, come l’antica sede della fabbrica di porcellane, il Casino della Regina e l’Eremo dei Cappuccini.
La Palazzina dei Principi si trova proprio di fronte alla Reggia e si trovava qui ancora prima che Carlo di Borbone ne decidesse la costruzione. Di proprietà della famiglia Carmignano marchesi di Acquaviva, era considerata come uno dei più bei casini di villeggiatura esistenti sulla collina di Capodimonte. Nel 1826 Francesco I la volle trasformare in sede dei Reali Principi. Sul prato davanti al Palazzo sono state introdotte, durante i primi decenni del Novecento, palme nane e delle Canarie. La grande tradizione delle porcellane di Capodimonte, famose in tutto il mondo, iniziò in questo vecchio edificio che, dal 1743 al 1759, ospitò la famosa “Real Fabbrica della Porcellana” di Capodimonte. A ricordare queste origini c’è il marchio (giglio borbonico) che viene impresso ancora oggi sulle ceramiche in questa zona.
Un po’ fuori dai percorsi più battuti del bosco c’è l’Eremo dei Cappuccini, edificato per volere del re Ferdinando che nel 1815, di ritorno dalla Sicilia con il titolo di I Re delle Due Sicilie, onorò un voto per la riconquista del regno ordinando la costruzione dell’eremo sul luogo dove era situato il vecchio edificio della ‘Fagianeria’.
Il Casino della Reggia è uno degli edifici più importanti del bosco, perché era destinato alla sosta di principi e reali durante la caccia e alle feste “intime” di dame e cavalieri di Corte. Questa zona del parco si chiama ‘bell’aria’. Qui furono piantate specie vegetali esotiche (malaleuca, acacia, eucalipto) insieme a specie autoctone (carrubi e pini domestici) in un ambiente già caratterizzato da boschetti di lecci. Annesso al Casino esisteva un prezioso giardino settecentesco murato, di cui resta la collezione di agrumi.
Tra il Palazzo dei Principi e le Scuderie si incontra la Porta di mezzo, primo grande accesso al sito reale da cui si dipartono, con un bellissimo effetto scenografico, cinque viali che si addentrano nel bosco. Quello centrale, lungo 1,25 Km, è chiamato anche “Vialone del Gigante” per la presenza della colossale statua posta alla sua estremità. Gli alberi lungo il vialone sono disposti in modo da formare una galleria verde, in armonia con il gusto dell’epoca che concepiva la natura non come un’entità nemica dell’uomo, ma come elemento da che la ragione poteva dominare ed armonizzare.
Diverteducando Viaggi propone itinerari approfonditi alla scoperta della Reggia di Capodimonte.
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Autore: Stefania Maffeo Giornalista multitasking, classe 1976, eclettica comunicatrice, appassionata lettrice, di cinema e di storia contemporanea, da sempre utilizza la parola come strumento di piacevole realtà. Esperta in comunicazione istituzionale, organizzazione di eventi e giornalismo scolastico, è da oltre dieci anni impegnata in progetti di elaborazione magazine e blog per alunni di scuole di ogni ordine e grado, contribuendo a favorire nei giovani l’interesse per la realtà circostante unita al corretto modo di valutare ed interpretare le informazioni mediatiche.  | 


