- On 19/09/2023
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Gli Etruschi: una straordinaria civiltà che si muoveva via mare
Gli Etruschi sono stati un popolo dell’Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un’area denominata Etruria.
Quali erano i confini dell’antica Etruria? Toscana, Lazio o Campania? La risposta è più complessa di quanto sembra:
Etruria è quell’area geografica delimitata dal corso di due importanti fiumi, l’Arno e il Tevere, a cui si aggiungono propaggini settentrionali e meridionali con il centro di Felsina (l’attuale Bologna), e due aree della Campania, ovvero la piana del fiume Volturno, con il centro di Capua, e più a Sud, l’Agro Picentino, con il sito di Pontecagnano.
Le misteriose origini
«In realtà, una volta strappata la maschera orientalizzante che li travestiva, (gli Etruschi) sono gli Italici di ieri e di oggi che ci appaiono in una impressione di allucinante consanguineità.»
(Jacques Heurgon, Vita quotidiana degli Etruschi, 1967, p. 50.)
Da sempre questo popolo affascina ed incuriosisce, soprattutto per una serie di caratteristiche culturali e linguistiche che lo rendono diverso dalle altre popolazioni della nostra penisola.
Le notizie che ci provengono da fonti storiche, a partire dal V secolo a.C., sono piuttosto discordanti; il che dimostra come sull’argomento non vi fosse tra i Greci un’identità di visioni. È verosimile ritenere che gli stessi Etruschi non possedessero una propria tradizione su un’eventuale provenienza da altre aree del Mediterraneo o d’Europa.
Sulle sue origini gli antichi avevano ideato una serie di ipotesi e teorie: Erodoto, ad esempio, propone un arrivo dalla Lidia a seguito di una tremenda carestia; Ellanico di Lesbo, altro storico greco del V secolo a.C., li identifica con i Pelasgi provenienti dalla Grecia; infine, Dionigi di Alicarnasso (I sec. a.C.), ritiene che fossero originari del posto.
Per Terra e per Mare
Tra la fine del X e gli inizi del IX secolo a.C., in Campania arrivano gruppi di Etruschi, portatori di una cultura detta “villanoviana”. Essi giungono sia per terra, attraverso le valli del fiume Sacco e del fiume Liri, nella piana campana, sia per mare, con l’approdo nell’Agro Picentino, spingendosi al Sud del fiume Sele e nel Vallo di Diano, a Sala Consilina; insediamenti, questi ultimi, che saranno assorbiti dalla cultura locale e, quindi, non più parte dell’Etruria campana, facendo di Pontecagnano l’ultimo avamposto etrusco nel Sud Italia.
Gli Etruschi di frontiera
<<Dal promontorio sorrentino al fiume Sele per 30 miglia l’Agro Picentino fu degli Etruschi.>>
(Plinio Il Vecchio, Naturalis Historia, III, 70)
Tutto comincia qui e tutto incomincia incredibilmente con gli Etruschi. Etruschi che arrivano dal mare, ottimi navigatori, commercianti, Etruschi che qui si insediano a partire dal IX secolo, dando inizio al percorso di una comunità che avrà una lunga storia. Forse si chiamava Amina o Tyrseta…Oggi è Pontecagnano e si trova sul mare subito a Sud di Salerno.
Pontecagnano divenne un insediamento fiorente ed importante, arricchito negli anni dalle molteplici genti, religioni, lingue e culture lì presenti o di transito nella sua zona, una zona di frontiera.
Un’area sì al margine, ma di forte e proficua influenza, una comunicazione reciproca e favorevole per la nascita di una cultura mista.
Le piccole storie di comunità locali, infatti, si connettono in una rete di relazioni che abbraccia tutto il Mediterraneo. Tra le genti con cui Pontecagnano entra in contatto ci sono, i Fenici, il cui circuito di scambi comprende anche la Sardegna (sardi sono alcuni prodotti rinvenuti nelle tombe etrusche di questo periodo) e i Greci, quelli provenienti dall’isola di Eubea – già nei primi decenni dell’VIII secolo a.C. – come ci testimonia la presenza di vasi importati e presenti nei siti di Pontecagnano, Capua e Veio.
La nascita dei principi e delle principesse
Il momento di massima fioritura del centro etrusco di Pontecagnano si verifica nel periodo Orientalizzante (fine VIII – inizi VI secolo a.C.). Qui, come in tutta l’Etruria, si afferma una società di tipo gentilizia. Ogni gens cerca di accentrare progressivamente il potere economico, politico e religioso. Nel VII secolo a.C., questo potere si trasforma in un’affermazione ed esaltazione di tipo personale, nascono così i principi e le principesse etrusche.
La parola sobrietà è messa al bando, ciò che bramano i principi di questo secolo è il lusso: la ricercatezza delle materie prime, il luccichio dell’oro, dell’argento e del bronzo, i contenitori cesellati, i decori elaborati, i ricchi gioielli di abili artigiani, ceramiche dipinte o oggetti esotici e rari, stoffe preziose con cui adornarsi.
Insomma, quello dello sfarzo è uno stile di vita, da godere e da augurarsi fino alla fine.
il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano
Dopo molti secoli dalla loro sepoltura, i principi di Pontecagnano sono ritornati alla luce, grazie alle indagini archeologiche condotte, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, nella necropoli più grande d’Europa, proprio sotto l’abitato moderno.
Le tombe principesche e i vari resti sono stati traslati e riposti nelle ampie sale di un moderno e accattivante edificio, realizzato appositamente per questa funzione, quella di museo.
La struttura, architettonicamente asciutta, appare solida ed imponente, ma è alleggerita dalla presenza, sia interna che esterna, di intere pareti di vetro che consentono alla luce di attraversarla e di trasformarla in una luminescente scatola delle meraviglie. L’edificio altro non è che il MAP – Museo Archeologico Nazionale Pontecagnano, che illustra la storia del sito omonimo attraverso lo scavo di ben oltre 10.000 tombe, 9000 al tempo della sua inaugurazione che risale al 2007.
Tra i reperti più interessanti, una maschera equina in bronzo con figure sbalzate, un unicum, che ricopriva integralmente la testa di un cavallo e stava ad indicarne la sua forza.
Ultima scoperta, in ordine di tempo, è il rinvenimento di una nuova tomba a camera dipinta. Si tratta di una tomba risalente alla seconda metà del IV/inizio III secolo a.C., con copertura a doppio spiovente, raffigurazioni sulle pareti e una lunga scala di accesso. I lastroni presentano la raffigurazione del tema del ritorno del guerriero con festoni e melograni sui lati lunghi. La storia dell’uomo sepolto non è ancora nota, ma si tratta probabilmente di una persona appartenente ad un ceto sociale elevato, forse un cavaliere.
Il museo risulta essere unico nel suo genere, i suoi ampi spazi e le curate scelte espositive, unite alla bravura e alla preparazione dei suoi addetti, rendono la visita e la conoscenza degli Etruschi di Pontecagnano un’esperienza unica e indimenticabile.
L’area cilentana è un’area che ci restituisce la possibilità di capire, di indagare quali fossero le relazioni umane del tempo, quindi anche di comprendere quelle odierne.
Cosa aspettate? Venite a visitare le meraviglie del Museo “Gli Etruschi di frontiera”. Vi guideremo nel cuore della visita, passo dopo passo, raccontandovi storie che hanno attraversato secoli.
Divérteducando Viaggi propone, per le scuole di ogni ordine e grado, tour di un giorno alla scoperta di Pontecagnano.





