la bellezza di essere meridionali

Giovani Meridionali: Noi, il Sud e un destino di emigrazione

«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.»

(Cesare Pavese, La luna e i falò)

Giovani Meridionali: Noi, il Sud e un destino di emigrazione

La fuga dei giovani dal Sud è un fenomeno storico che ha radici antiche, legate soprattutto ai cambiamenti intercorsi con l’Unità d’Italia.

Un esodo che nell’epoca attuale non fa marcia indietro, come dimostra l’ultimo rapporto Istat sulle “Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente”. Dal 2012 al 2021, infatti, le regioni del Sud hanno perso circa 525mila residenti a favore del Centro-Nord. Più di un milione di persone (1 milione e 138mila) ha lasciato il Mezzogiorno e solo 613mila sono rientrate. Chi se n’è andato era per la maggior parte giovane e, in molti casi, laureato.

La regione del Mezzogiorno da cui si parte di più è la Campania (30%), seguita da Sicilia (23%) e Puglia (18%). Un dato che non stupisce, viste le vicissitudini ormai radicate di quella definita dagli storici come “Questione Meridionale”.

Ma dove vanno gli emigrati meridionali?

I giovani scelgono maggiormente le città (Milano, Roma, Firenze, Venezia). La regione che ha il miglior saldo netto giovanile, come prevedibile, è la Lombardia. Ma se Atene piange, Sparta non ride, dato che è molto forte anche l’emigrazione di settentrionali verso l’estero. I maggiori Paesi esteri che attraggono gli italiani sono: il Regno Unito, la Germania, la Francia e la Svizzera.

Le ragioni di una scelta

Due elementi trainano i flussi migratori: le aree ricche e i centri urbani. E ciò non rappresenta una sorpresa. Si tratta di due elementi che mancano attualmente nel Mezzogiorno. Le grandi città che un tempo erano capitali di regni, Napoli e Palermo, non riescono a competere con Milano, Bologna o Roma. Nel romanzo storico I leoni di Sicilia”, l’autrice Stefania Fauci racconta di come i Florio, a cavallo tra il ‘700 e l’800, si trasferirono da Bagnara Calabra a Palermo, per cercare maggior fortuna.

Ma attualmente i casi sono rari. Pur non mancando al Sud le città importanti, ricche di attrattive e vivaci dal punto di vista culturale, quello che spinge le persone ad andare via è soprattutto la ricerca di contesti più meritocratici, dove poter esprimere le proprie capacità e competenze. Ci sono molte aree del Sud nelle quali si vive sotto una “cappa”, ovvero una serie di poteri e sovrastrutture in grado di reprimere il talento e la fantasia, di scoraggiare le iniziative private e sociali.

Rimuovere un tappo così asfissiante è un compito difficile.  Le sovrastrutture sono tante, seppur con intensità diverse nei vari territori.
Il controllo pubblico viene considerato come unico rimedio alla povertà, alla criminalità organizzata e ai residui feudali. Una serie di elementi che mettono in luce come l’emigrazione sia spinta più dalla volontà personale che dai bisogni e dalle necessità economiche.

Ecco perché non sbaglia chi sostiene che il maggior intervento dello Stato dovrebbe essere destinato all’istruzione, a una cultura della legalità, alla garanzia di infrastrutture sociali e dignitose.

Ciò forse non basterebbe allo sviluppo economico, ma contribuirebbe alla creazione di un ecosistema più capace di crescita.

Dove vanno i giovani?

L’emigrazione dei giovani meridionali non è diretta verso zone turistiche, bensì in aree industriali, finanziarie, ad alto reddito, con grandi centri universitari. Eppure, una grande parte dello storytelling sul Meridione continua a raccontare che il turismo debba essere il petrolio di quell’area. Certo, il turismo rappresenta sempre un settore importante, rispetto al quale abbiamo assistito a storie virtuose proprio al Sud che hanno favorito l’occupazione interna. Ma presentarlo come un toccasana racchiude una visione pessimistica del futuro, che naturalmente non può che alimentare, insieme ad altri fattori, la voglia di emigrazione. Chi emigra ha come meta luoghi dove trovare maggiori stimoli ed esprimere la propria ambizione.

Il ritorno a casa avviene spesso solamente in occasione delle vacanze, dal momento che il turismo è sì un settore lavorativo importante, ma non fa gola a giovani iper-qualificati che si sono impegnati per completare gli studi.

 

La bellezza di essere meridionali

<<Gli uomini che guardano al futuro sono quelli che fanno la storia.>>

(San Giovanni Paolo II, 18 Maggio 1980)

 

 

 

 

 

marcello de stefanoL’autore Marcello De Stefano pone l’accento sui valori del Meridione, sulla sua storia e, in particolar modo, sulla cultura. Il Sud ha conosciuto tante e diverse popolazioni, che hanno arricchito in maniera multiforme il territorio. Popoli che, ciascuno con le proprie caratteristiche, hanno contribuito a formare nel tempo il carattere del meridionale: ospitale, solare, sempre aperto all’accoglienza e all’incontro.

In questo bellissimo saggio l’autore si rivolge, in primis, agli insegnanti, invitandoli a divenire memori di quanto accaduto e di ciò che siamo, a udire e osservare la grande bellezza che ci circonda e ad essere fautori di un’importante responsabilità: divulgare, informare e diffondere la conoscenza della nostra storia attraverso un rinnovamento dei programmi scolastici.

Lo scrittore apre uno spiraglio importante, sinonimo di luce, come un oracolo che incammina i suoi “discepoli” in cerca della verità e/o del senso delle cose e di quel che appartiene al mondo terreno. Un contributo rilevante fornito con l’auspicio che, tale “libro aperto”, possa infondere speranza e che, al tempo stesso, sia anche un gigantesco “cantiere” di rivalorizzazione culturale, storica, paesaggistica, archeologica, letterale e artistica.

Giovani Meridionali: Noi, il Sud e un destino di emigrazione

Una pietra miliare del nostro Paese, il Meridione, con l’ambizio­so progetto di rivoluzionare per il terzo millennio le sorti del Sud e di coloro che vi abitano in una controtendenza migratoria: un ritorno agli antichi splendori per trasformare il territorio da forte emigrazione in territorio attrattivo e di immigrazione.

Un mezzo alternativo, una lezione di vita che dovrà essere presa in esame dai giovani meridionali, i quali, manifestando meraviglia ed entusiasmo, hanno fatto comprendere all’autore la “fame” di conoscere il proprio territorio e l’orgoglio di appartenervi.

Noi Giovani Meridionali, in cuor nostro, dovremmo essere portatori di speranza, restauratori dell’anima e riesumatori di nuove vie che potranno rendere florida e prosperosa la nostra Amata Terra del Meridione.

 

Meravigliosa Campania propone Viaggi dall’eccellente valore culturale, storico-artistico e naturalistico-ambientale alla scoperta di luoghi e paesaggi, anche meno conosciuti al grande pubblico, percorsi sviluppati per favorire il coinvolgimento diretto degli studenti sempre guidati da figure professionali con pluriennale esperienza.

Escursioni tematiche completate da spettacoli teatrali interattivi, approfondimenti a diretto contatto con la natura attraverso laboratori manuali che ben si integrano ai programmi di studio.

Visite didattiche in aziende alla scoperta della valorizzazione delle eccellenze agroalimentari del nostro territorio, del racconto e della diffusione di tutte le esperienze che puntano a ricongiungere agricoltura, ambiente e natura in termini di sostenibilità, della affermazione degli stili di vita più corretti nel rapporto tra alimentazione e salute.

L’ignoranza è il primo ostacolo dello sviluppo di un popolo. Contribuiamo a conoscere e diffondere la storia locale. Conoscere la storia del proprio paese è come dare le fondamenta ad una costruzione. Sapere ciò che è avvenuto nel passato significa valorizzare il presente, dargli un lustro diverso, significa far parlare luoghi e cose.