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Castello Arechi di Salerno: la storia

Castello Arechi di Salerno: la storia

Salerno, intrisa di cultura e di prestigiosa storia, è indissolubilmente legata al proprio Castello (castello Arechi di Salerno), divenuto, nel corso dei secoli, simbolo storico ed architettonico grazie al suo indiscutibile fascino e all’enorme impatto panoramico, erigendosi sul colle Bonadies a 300 mt s. l. m.

Il primitivo impianto fortificato (castrum), eretto dai Romani a difesa dell’antica Salernum, venne ampliato dai Bizantini e mai abbandonato. Il principe longobardo Arechi II ne fece una fortezza inespugnabile. Il nucleo abitativo della città, capitale del principato, veniva raffigurato racchiuso in un ampio triangolo murario con al vertice N il Castello e alla base la linea di costa.

La visita guidata al Castello Arechi inizia dal belvedere e tocca i tanti ambienti tra cui la Turris Major (di epoca bizantina) e i due spazi museali, uno classico e l’altro multimediale (video, proiezioni murali ed effetti sonori che mettono in risalto l’inespugnabilità del “castello dei castelli”). La fortezza, di origine medievale, è situata ad un’altezza di circa 300 metri sul livello del mare, in posizione dominante sulla città e il mare.

Castello Arechi di Salerno: la storia

Nel medioevo faceva parte di uno schema difensivo triangolare, che coincideva con i pendii del “colle Bonadies” su cui sorse.

Assunse grande importanza militare nell’VIII secolo, con il principe longobardo Arechi II che lo ampliò e ristrutturò sulla base del precedente nucleo di epoca romana o bizantina.

Arrivato a Salerno intorno al 739 Arechi valutò la posizione strategica della città, che dominante sul Tirreno, poteva rappresentare per i suoi possedimenti un significativo sbocco via mare, sia per i commerci che per una miglior difesa.

Di qui la sua attenzione alla fortificazione dell’antica romana Salernum, che divenne capitale del ducato di Benevento.

Successivamente il castello divenne il centro del potere longobardo nel costituito Principato di Salerno, fino al 1077 quando l’ultimo principe longobardo (Gisulfo II) vi fece la sua estrema difesa contro l’assedio normanno, prima di arrendersi per mancanza di viveri.

In quest’occasione, per garantire una maggior difesa della fortezza alle spalle, fu costruita immediatamente a NE la “Bastea” o “Bastiglia”. Venne così chiamata perché ritenuta nell’800 erroneamente una prigione (le vere carceri erano nel castello stesso).

In epoca normanna, angioina ed aragonese si ebbero molti ampliamenti della fortificazione.

Nel 1820, nel castello ebbe luogo una congiura carbonara, con l’intento di causare un’ insurrezione popolare; ma a causa del tradimento di un affiliato, fallì tutto.

Dopo un lungo periodo di abbandono, il castello venne acquisito dalla Provincia di Salerno che ne cominciò i lavori di restauro dopo l’alluvione del 1954. Recentemente (2001) è stata riaperta anche la vicina Bastiglia.

Castello Arechi di Salerno: curiosità

Il castello attualmente è costituito da una sezione centrale protetta da torri, unite tra di loro con una cinta muraria merlata.

Il Castello di Arechi offre una splendida panoramica sulla città e sull’intero golfo di Salerno.

Nella zona restaurata è stato creato un primo nucleo espositivo dei materiali del Castello (per lo più ceramiche medievali e monete). Ci sono inoltre una sala per mostre e un salone per conferenze e congressi.

  • Il colle su cui sorge il castello è chiamato “Bonadies” (“buongiorno”), poiché all’alba -essendo la parte più alta della città- il sole che sorgeva da est ne illuminava per primo il vertice.
  • Grazie alla sua impervia, il castello è sempre rimasto inespugnato. Attualmente boscosa, nel Medioevo la collina era completamente priva di alberi, onde facilitare l’avvistamento di chi ne compisse l’ascensione. Durante gli assedi, dal castello venivano lanciate, o lasciate semplicemente rotolare, grosse pietre con delle possenti macchine.
  • Come in tutte le leggende romantiche riguardanti i vecchi castelli, una tradizione vuole che esistano uno o più passaggi segreti che collegano il castello con le antiche torri d’avvistamento delle mura, soprattutto, col Forte La Carnale. Non mancano, poi, storie di fantasmi.
  • Una tragedia di Ugo Foscolo, la Ricciarda, è ambientata nel Castello di Arechi.
  • Il Castello, nel corso dei secoli, è stato più volte chiamato in maniera differente. “Il castellaccio”, “il castello principale” (per distinguerlo dalle altre fortificazioni “secondarie”), “la torre maggiore” o “torre”, “la rocca”, o, semplicemente “il castello”. Il toponimo ufficiale è “Castello di Arechi II”.