Nel medioevo costituì il vertice Nord di uno schema difensivo triangolare, che coincideva con i pendii del colle Bonadies su cui si erge.
In seguito alla caduta di re Desiderio del 774 d.C. nel nord dell’Italia per mano di Carlo Magno, Arechi, duca di Benevento, il più importante nobile longobardo, decise di assumere il titolo di principe e di trasferire la propria corte a Salerno.
La città divenne, di fatto, il centro del potere longobardo nel costituito Principato di Salerno (Langobardia minor), alleata, non sottomessa, all’Impero Romano d’Oriente.
Rimane autonoma fino al 1077, quando l’ultimo principe, Gisulfo II, vi fece la sua estrema difesa contro l’assedio normanno, prima di arrendersi per mancanza di viveri.
Il percorso di visita al Castello Arechi (chiuso lunedì) inizia dal belvedere, da dove si ammira una delle migliori vedute del Golfo, e via via tocca i vari ambienti, tra cui il camminamento di ronda, realizzato dagli angioini, la Turris Major, innalzata dai Bizantini e lo spazio museale, in mostra interessanti reperti rinvenuti nel corso delle campagne di scavo in sito.
Il tour si sposta nel centro storico e continua al Complesso di S. Pietro a Corte, per ammirare i resti (unicum italiano) della reggia longobarda voluta da Arechi II. Il complesso sorge su un preesistente edificio termale romano con annessa una cappella dedicata ai SS. Pietro e Paolo. Il favoloso Palazzo era dotato, tra l’altro di una balconata, da dove il Princeps parlava al popolo, e di una cappella palatina, dedicata ai SS. Pietro e Paolo.
La scalinata del 1567 conduce all’interno, dove è possibile ammirare una serie di dipinti murali, d’influenza bizantina, del XII e XIII secolo. Allo stesso periodo risale anche il bel campanile esterno.
Pochi passi separano S. Pietro a Corte dal Lungomare. Percorrendolo si ammira il Golfo con lo sguardo che si perde nell’abbraccio unico delle due coste, cilentana e amalfitana.
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