
- On 10/02/2023
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Museo archeologico nazionale del Sannio Caudino: il cratere di Assteas
Il Museo, realizzato all’interno del Castello di Montesarchio, è dedicato alla storia della Valle Caudina e alle testimonianze archeologiche dei centri più importanti: Caudium (Montesarchio), Saticula (Sant’Agata de’ Goti), Telesia (San Salvatore Telesino).
In ordine cronologico sono esposti alcuni corredi delle necropoli caudine, databili tra la metà dell’VIII e il III secolo a.C., che testimoniano la ricchezza e la complessità della storia del sito, interessato da intensi scambi commerciali con le città greche della costa e il mondo etrusco-campano. Di particolare interesse sono i numerosi vasi figurati di produzione attica e italiota – soprattutto crateri – rinvenuti in tombe risalenti al V-IV secolo a.C. Tra le opere più importanti vi è lo splendido cratere di Assteas.
Il vaso più bello del mondo
È stato soprannominato “il vaso più bello del mondo” per la raffinatezza dei suoi disegni e per il fascino quasi magnetico che esercita sullo spettatore che si trova davanti al gigantesco vaso del Ratto d’Europa, alto più di 70 centimetri. Si tratta del cratere di Assteas conservato nel museo archeologico del Sannio di Montesarchio.
La sua storia comincia con un’avventura tragicomica: fu scoperto sottoterra durante un lavoro fognario e fu venduto al mercato nero per un milione di lire e un maialino.
Assteas, la superstar della ceramica
L’artista era originario di Paestum e visse intorno al IV secolo a.C. Abbiamo numerosissimi suoi vasi sparsi nei musei della Campania e si distinguono subito grazie alla firma Ασστέας ἔγραϕε. Sul finire della sua carriera divenne un vero e proprio imprenditore, seguendo l’esempio delle diverse officine che furono aperte in tutta la Magna Grecia: gestiva, infatti, una piccola fabbrica di crateri e altri oggetti di ceramica, prodotti dai suoi attivissimi allievi. Oggi abbiamo la fortuna di poterne vantare più di 24, molti di questi in Italia. La particolarità dei vasi di Assteas è l’ossessione per le simmetrie: le figure sono disegnate con tratti semplicissimi, eppure ricchi di dettagli.
Proprio come il viaggio di Europa e di Zeus dall’Oriente all’Occidente attraverso il Mare Mediterraneo, quella del cratere di Assteas è la storia di un incredibile viaggio nel tempo e nello spazio. Fu prodotto a Paestum, l’antica Poseidonia, e fu portato a Saticula, un’antica città sannita che sorgeva al posto dell’attuale Sant’Agata de’ Goti. Qui fu probabilmente usato per la mescita del vino e poi, essendo molto caro al suo proprietario, fu anche usato come corredo funebre. E così è rimasto interrato per secoli.
Un vaso avventuroso
Tutto comincia con una fogna rotta e un cedimento del terreno dalle parti di Sant’Agata de’ Goti. Era il 1972 e un operaio, nei lavori di scavo, si trova fra le mani questo cratere in condizioni pressoché intatte. Decide di non denunciare la scoperta, come invece prevede la normativa italiana, e lo porta a casa per pulirlo in modo artigianale e, infine, gli scatta alcune polaroid. È il momento di capire come monetizzare. Un amico gli consiglia il mercato di Napoli con un misterioso antiquario che lo ricompensa con un milione di lire e…un maialino. L’operaio si accontenta del bonus extra busta paga; mentre il cratere di Assteas comincia un viaggio in Svizzera, per finire nel più grosso network di trafficanti d’arte del mondo che, dopo aver “ripulito” la scoperta, lo vende al Getty Museum di Malibu, dove rimane in mostra dal 1985 al 2005. Il vaso, nel frattempo, comincia ad apparire su tutte le pubblicazioni più importanti nel settore della Storia dell’Arte. Questo desta non poche domande fra i rappresentanti delle forze dell’ordine, data l’apparizione improvvisa di un oggetto così importante.
L’oggetto del desiderio. Europa torna a Sant’Agata
Galeotta fu quella polaroid. Era il 1995 e un potentissimo trafficante d’arte morì in un fortuito incidente stradale. A seguito delle indagini fu rinvenuta in suo possesso un’immensa collezione di fotografie di opere d’arte rubate in ogni parte del mondo. Fra queste capitò una strana immagine: una polaroid sgualcita con un uomo che abbraccia un vaso antico. Era proprio il cratere di Assteas rubato 24 anni prima, ma nessuno sapeva prima di allora l’origine illecita dell’oggetto. Il ritrovamento fu la base dell’indagine. I Carabinieri del nucleo Tutela dei Beni Culturali cominciarono una lunghissima operazione, durata più di dieci anni, nella quale riuscirono a dimostrare l’origine illecita di tutti i trasferimenti di opere d’arte (ben 67!), riportando nel 2007 in Italia, fra le altre cose, il cratere di Assteas. Passarono molti anni e tante peregrinazioni prima che il Re di Itaca, Ulisse, riuscisse a tornare a casa. Anche il cratere di Assteass ha avuto la sua “Odissea”, terminata fortunatamente a lieto fine. Infatti, dopo un giro fra i principali musei dello Stivale, oggi è orgogliosamente mostrato nel Museo Archeologico del Sannio e della Valle Caudina di Montesarchio.
Divérteducando Viaggi propone, per le scuole di ogni ordine e grado, tour alla scoperta di Benevento e del Museo archeologico nazionale del Sannio Caudino di una giornata.