L’itinerario si sviluppa a Pontecagnano, l’antica Amina etrusca, centro fiorente ed importante, arricchitosi nei secoli grazie alle molteplici relazioni di genti, religioni, lingue di transito nella sua zona, una zona di frontiera. La cittadina, distante una manciata di chilometri da Salerno, è stata l’ultimo avamposto etrusco nel Sud Italia.
Essi giungono sia per terra, nella piana campana (a Capua), sia per mare, con l’approdo nell’Agro Picentino (a Pontecagnano), spingendosi più a sud nel Vallo di Diano (a Sala Consilina).
Mentre gli insediamenti di Capua e Sala Consilina saranno assorbiti dalla cultura locale e, quindi, non più parte dell’Etruria campana, Pontecagnano vede l’affermarsi della cultura villanoviana, divenendo, di fatto, l’ultimo avamposto etrusco nel Sud Italia, come sostenuto da Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia: “dal promontorio sorrentino al fiume Sele per 30 miglia l’Agro Picentino fu degli Etruschi”.
A partire dalla metà del V secolo a.C. vi giunsero gruppi provenienti dal Sannio pentro, guerrieri di stirpe italica, seguiti da mercenari che le fonti qualificano come Sanniti, i quali presero il potere senza stravolgere l’assetto della città e, soprattutto, la persistenza della lingua etrusca;
i Romani vi arrivarono verso la metà del III secolo a.C. e la chiamarono Picentia.
Dopo molti secoli dalla loro sepoltura, gli Etruschi di Pontecagnano sono ritornati alla luce, grazie alle indagini archeologiche condotte, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, nella necropoli più grande d’Europa, proprio sotto l’abitato moderno.
Si visita il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano (MAP) “Etruschi di frontiera”, realizzato appositamente per accogliere l’inestimabile patrimonio rinvenuto in oltre 10mila tombe.
Il percorso museale si avvale di apparati didattici ispirati a criteri museografici moderni: ricostruzioni grafiche, ambientazioni, pannelli bilingui, riproduzione di oggetti e di sepolture. L’esposizione è divisa in sezioni che spaziano dalla preistoria a quella più ampia del periodo etrusco, fino alla romana.
Nelle sue luminose vetrine trovano spazio corredi funerari di principi e principesse che venivano sepolti in tombe monumentali con i loro vasi di bucchero, armi, arredi, gioielli preziosi ed esotici provenienti da diverse aree della penisola e del Mediterraneo (Etruria, Grecia, Fenicia, Asia Minore, Cipro).
La sala immersiva racconta, con ricostruzioni visive e sonore, l’antica Pontecagnano, attraversando i temi del viaggio e della mobilità di uomini, idee, modelli culturali e “saperi artigianali”, ed amplia l’esperienza di visita delle collezioni degli “Etruschi di Frontiera”.
“Alfabeti e parole: imparare a scrivere come i greci e gli etruschi” è un laboratorio teorico-pratico in cui i partecipanti impareranno a conoscere e a riprodurre supporti e tecniche di scrittura degli antichi Greci ed Etruschi. I bambini apprenderanno a scrivere con l’alfabeto dei due popoli e, adoperando l’argilla, riprodurranno una tavoletta di terracotta sulla quale incideranno un’iscrizione in lingua etrusca o greca.
“Giocando s’impara (l’antichità)” è un laboratorio sui giocattoli e i giochi del mondo antico che propone un percorso teorico e pratico per dimostrare la continuità di certe esperienze nel tempo e, contemporaneamente, avvicinare i bambini di oggi a quelli di ieri, attraverso l’archeologia. Nel corso del laboratorio saranno mostrati, tramite supporti visivi, i giocattoli antichi rinvenuti grazie agli scavi archeologici. Si passerà, poi, alla definizione delle regole di gioco. Nello specifico, i bambini realizzeranno con l’argilla un tabellone di gioco e simuleranno una partita secondo le regole antiche.
“Archattack: armi e gioielli del mondo antico” un laboratorio attraverso cui i partecipanti scopriranno come vestivano i diversi popoli del mondo antico e quali erano gli accessori più preziosi e le armi dei guerrieri. Utilizzando la tecnica del collage, i bambini ricostruiranno una sepoltura del periodo riposizionando tutti gli oggetti trovati al suo interno e ricomporranno l’abbigliamento di un guerriero sannita con la tipica corazza, il cinturone e la lancia. Mentre, con colori, disegni e ritagli, impareranno a riconoscere le differenze nell’abbigliamento e nell’ornamento tra le donne etrusche di Pontecagnano e le donne irpine.
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