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Mitreo, un tesoro da scoprire a Santa Maria Capua Vetere

Il Mitreo, uno dei più importanti luoghi del culto mitriaco del mondo antico e molto probabilmente il più antico d’Occidente, si trova a Santa Maria Capua Vetere.

Scopriamo insieme il Mitreo a Santa Maria Capua Vetere

Il monumento, un sacello dedicato al culto di Mitra, antica divinità di origine persiana, costituisce uno dei maggiori esempi tra i rari santuari mitraici con decorazione pittorica   databile alla fine del I sec. d.C. Questo culto, di origine indo- persiana, celebrava la forza del Sole sulla natura e su tutti gli esseri viventi. Si diffuse in tutto il Mediterraneo raggiungendo la sua massima diffusione tra II e III sec. d.C.

Ma chi è Mitra? Nato già fanciullo da una roccia, riuscì a battere il dio Sole in duello ricevendo la corona raggiata. Per rispetto della divinità sacrificò un toro da cui nacquero piante benefiche per l’uomo come grano e vite. Nonostante le interferenze nefaste di Arimane, dio del Male, Mitra ebbe la meglio: il toro ascese alla luna e diede origine alle specie animali. I fedeli credevano che Mitra assicurasse salvezza e vita eterna e molti mercanti schiavi affrontavano le prove di un percorso iniziatico di sette gradi per diventare Mystes. Ogni grado era sotto la protezione di un corpo celeste: Corax, il corvo, protetto da Mercurio; Nymphus o Cryphius, cioè lo sposo o l’occulto, sotto la protezione di Venere; Miles, il soldato, sotto Marte; Leo, il leone, sotto Giove; Perses, il persiano, sotto la Luna; il Messaggero del Sole, sotto il Sole; Pater, il padre, sotto Saturno.

Scoperta nel 1922 durante lavori di scavo di un edificio privato ed aperto al pubblico dal 1937, all’aula sotterranea si accede da un piccolo edificio a torretta decorato all’antica, da cui si discende negli ambienti posti a circa quattro metri sotto il livello stradale. Attraverso un vestibolo si passa alla sala dedicata al culto, con una pavimentazione in cocciopesto con frammenti di marmo, coperta da una volta a botte decorata con stelle in pasta vitrea rosso e blu. Sui lati, due lunghe banchine, cui si adagiavano gli iniziati durante il banchetto rituale (agape). Sulle pareti delle banchine da ammirare i resti delle scene di iniziazione che mostrano un uomo nudo, l’iniziato, sottoposto alle sette prove da parte del mystagogus e del teletarcha. Sulla parete a sinistra, prima del podio è un bassorilievo marmoreo raffigurante Amore che prende per il braccio Psiche con una veste trasparente di cui regge l’orlo. Sulla parete di fondo, sopra l’altare, il visitatore viene catturato dal grande affresco che rappresenta la scena del sacrificio: Mitra, in costume orientale e col berretto frigio rosso con bordure in verde ed oro da cui spuntano i capelli ricci con le ciocche scomposte, che sgozza in una grotta il toro bianco, ritratto in una smorfia di dolore e con le zampe piegate. Dalla ferita sgorgano rivoli di sangue che un cane (simbolo del bene) corre a leccare, mentre uno scorpione punge i testicoli dell’animale moribondo ed un lungo serpente striscia sotto il suo ventre per succhiarne il sangue. Ai lati, i due geni Cautes, con la fiaccola alzata simbolo del sol levante, e Cautopates, con la fiaccola abbassata a simboleggiare il tramonto.

Ai lati sono due portatori di fiaccole (dadophoroi) vestiti in abito frigio ed armati di arco e frecce. In basso a sinistra della grotta è raffigurata la testa barbata di Oceano, a destra quella della Terra con i capelli verdastri a simboleggiare la vegetazione; in alto, nel cielo sono a sinistra il Sole, con mantello rosso e corona di raggi dalla quale se ne diparte uno più lungo verso Mitra, ed a destra la Luna, caratterizzata dalla falce e dai lunghi capelli, raffigurata su una biga che incita con la frusta due cavalli bianco e scuro. Sulle pareti laterali, presso l’ingresso, sono rappresentati altri due dadophoroi, sempre in abito frigio, che reggono le fiaccole e di ramoscelli sacri dei sacerdoti persiani.

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Autore: Stefania Maffeo
Giornalista multitasking, classe 1976, eclettica comunicatrice, appassionata lettrice, di cinema e di storia contemporanea, da sempre utilizza la parola come strumento di piacevole realtà. Esperta in comunicazione istituzionale, organizzazione di eventi e giornalismo scolastico, è da oltre dieci anni impegnata in progetti di elaborazione magazine e blog per alunni di scuole di ogni ordine e grado, contribuendo a favorire nei giovani l’interesse per la realtà circostante unita al corretto modo di valutare ed interpretare le informazioni mediatiche.