
- On 04/04/2020
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Rione Terra – Pozzuoli
Abitato fin dal IV secolo a. C., il Rione Terra fu il primo nucleo abitativo di Pozzuoli, nonché principale porto di Roma prima della costruzione di quello di Ostia.
A causa dei fenomeni bradisismici fu abbandonato progressivamente dal 1970. Grazie a ingegnosi lavori di riqualificazione è ora possibile percorrere le vecchie strade romane tra edifici, depositi di grano, criptoportici, botteghe e magazzini. L’itinerario è arricchito da installazioni multimediali che guidano il pubblico alla scoperta delle attività del tempo.
Rione Terra: il primo nucleo abitato della città di Pozzuoli, costruito su uno sperone tufaceo (alto 33 metri), circondato sui tre lati dal mare
Una rocca, che nel corso dei secoli, è stata teatro di eventi, storici e naturali, che hanno apportato cambiamenti importanti anche nella morfologia dei Campi Flegrei. Nonostante ciò, è sempre stata abitata, conservando memoria dello scorrere del tempo.
Puteoli era una ricca città mercantile e il Rione Terra la sua acropoli
Per secoli la costa è stata al centro dei traffici commerciali del Mediterraneo, grazie alla sua posizione strategica. Fu porto di Roma, primato che conservò sino alla nascita di quello d’Ostia e, comunque, fino alla fine dell’Impero Romano d’Occidente. I lidi di Pozzuoli accoglievano navi d’ogni paese: “litora mundi hospita”, li definisce Stazio.
Vi confluivano i migliori prodotti che l’Oriente mediterraneo importava dall’India e dalla Cina: marmi rari, frutta esotica, schiavi e belve per gli anfiteatri.
Puteoli, una città cosmopolita
Come attesta la documentazione epigrafica, a Puteoli i migliori commercianti di ogni angolo dell’Impero avevano la loro stationes o sede di rappresentanza in città.
Il porto e le banchine pulsavano di una intensa e febbrile vita lavorativa e vi affluiva molta gente facoltosa. Dall’Oriente penetravano a Puteoli non soltanto le merci più svariate, ma anche idee, costumi e credenze religiose. Vi si incrociavano genti di varie razze, dei più diversi idiomi, degli usi, delle credenze e dei culti più disparati. Vi approdò anche San Paolo nel 61 d. C., sulla via di Roma. Nel II secolo a.C. fu definita da Fèsto “Delus minor” per la straordinaria ricchezza dei suoi traffici e al tempo di Augusto divenne, a detta di Cicerone, una “parva Roma” per la magnificenza e l’eleganza dei suoi edifici.
A causa dei fenomeni bradisismici fu abbandonato progressivamente dal 1970
Grazie a ingegnosi lavori di riqualificazione è ora possibile percorrere le vecchie strade romane tra edifici, depositi di grano, criptoportici, botteghe e magazzini. L’itinerario è arricchito inoltre da installazioni multimediali che guidano il pubblico alla scoperta delle attività del tempo.
Percorso di visita
Il percorso a ritroso nel tempo inizia varcando il portone di Palazzo De Fraja-Frangipane e continua lungo il decumanus maximus fino all’incrocio con il cardo cosiddetto di San Procolo.
Gli Scavi hanno rivelato il passato celato nell’abitato del ‘600 in perfetto stato di conservazione, rivelando una continuità tra la città antica e quella moderna ricostruita a partire dalla nascita del Monte Nuovo avvenuta il 29 settembre del 1538.
Duomo di San Procolo
Cuore religioso di Pozzuoli, anche dopo lo sviluppo esterno verso i territori circostanti, è lo splendido Duomo dedicato a San Procolo. Le colonne che lo compongono non sono di spoglio, ma quelle originali posate nel 1° secolo d.C. per il tempio di Ottaviano Augusto.
Un unicum
Il Tempio religioso ha riaperto i battenti l’11 maggio 2014, dopo un restauro durato circa 10 anni e dopo 50 anni di chiusura al pubblico. I lavori erano iniziati già 4 anni dopo l’incendio del 1964, ma furono bloccati più volte.
Nel 1998, fu indetto un concorso internazionale, vinto dal team dell’architetto fiorentino Marco Dezzi Bardeschi.
Nella facciata di ingresso, un portale in vetro ricostruisce il pronaos colonnato del tempio; da qui, superando la cella, in cui si vedono i tagli effettuati nelle colonne per la costruzione della chiesa, si giunge nella parte absidale di epoca barocca; nel soffitto l’illuminazione ricostruisce le costellazioni presenti nel cielo di Pozzuoli quando San Paolo apostolo vi approdò, nel 61 d.C.
Il lavoro di restauro ha rispettato i segni del tempo, mantenendo visibili e ben identificabili i passaggi dall’epoca romana a quella rinascimentale-barocca, e ha permesso l’esposizione di una quadreria di tutto rispetto che vanta capolavori di artisti dal grande spessore quali Giovanni Lanfranco, Artemisia Gentileschi e Agostino Beltrano, restituendo alla Città una Cattedrale diversa da quella che era, ma di grande impatto.
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