Grotta dello Smeraldo

la Grotta dello Smeraldo

Un Ricamo di luce lungo millenni, che il mare riproduce nelle sfumature più sublimi

La Grotta dello Smeraldo fu scoperta nel 1932 da un pescatore del luogo, Luigi Buonocore, e deve il suo nome alla particolare colorazione dell’acqua, che con giochi di luce filtrati nelle rocce crea strabilianti cromie: dal blu al verde smeraldo. Una delle poche grotte ancora visitabili della Costa d’Amalfi, larga circa 30 metri, nei punti più alti ospita colonne, stalattiti e stalagmiti, che danno vita ad un ambiente incantato per tutti i turisti che visitano ogni anno la Divina Costa d’Amalfi.

L’ingresso è anonimo ma, dopo pochi secondi, il tempo non avrà più valore e neppure il colore, o almeno la concezione che, comunemente, si ha di esso. Infatti, la grotta ne rappresenta la magnificenza, un ricamo di luce lungo millenni, che il mare riproduce nelle sfumature più sublimi: blu cobalto che cede il passo al turchese che diviene verde ed infine verde smeraldo, che tutto avvolge.

L’interno, ampio 60 metri per 30 con un’altezza di 24, è in tutto simile ad un magnifico tempio orientale, ricco di colonne, stalattiti e cortine dalle forme bizzarre, alle quali la fantasia popolare ha attribuito i nomi più curiosi e gli accostamenti più arditi.

Luminosa e iridescente, nasconde un presepe sommerso, raffigurante una Natività, realizzato con la celeberrima Ceramica di Vietri.

 


 

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