La città occupava un promontorio, l’acropoli, e i retrostanti pendii collinari ed era circondata da un’ampia cinta muraria che seguiva il profilo naturale dei suoli.
La comunicazione tra i due pianori su cui sorgevano le abitazioni venne monumentalizzata dalla costruzione della Porta Rosa, il più antico esempio di arco a tutto sesto d’Italia. Costruita in un punto molto stretto di una gola naturale: non svolgeva funzione di porta, ma di sostruzione al passaggio.
Qui, per due secoli, hanno dettato legge sul Mediterraneo, fissando indelebilmente la storia del pensiero universale con la scuola filosofica di Senofane, Parmenide, Zenone e Melisso, conosciuta universalmente come Scuola Eleatica.
A rendere Elea una vera e propria gemma era la favorevolissima posizione geografica: un fiume, l’Alento, sufficientemente largo e profondo da consentire riparo alle navi e, proprio alla foce, due isolette su cui erano disposte le sentinelle. A monte un promontorio fatto di terrazze digradanti verso il mare, su cui sorse l’acropoli: templi, torri ed edifici sontuosi.
Il percorso di visita dell’Area Archeologica di Elea – Velia Patrimonio – UNESCO (chiuso il lunedì), rientrante nel più ampio progetto denominato “Parco Archeologico di Paestum & Velia”, tocca l’antico spazio urbano, che si articola in tre quartieri distinti, con porto militare, agorà, impianto termale, santuario e Acropoli.
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