Tantissimi reperti originali e le ricostruzioni di antichi arnesi e di una tomba fanno calare il visitatore in una delle realtà più dinamiche e interessanti sviluppatasi tra la fine del IV millennio e la prima metà del III a.C.
Chi pensa a Paestum immagina una città fondata dai Greci, divenuta poi lucana e infine romana, ma in realtà le tracce dei primi insediamenti umani nella zona affondano nella Preistoria.
Lo rivelano i manufatti databili dal paleolitico all’età del Bronzo rinvenuti a oriente della Basilica, i resti di capanne scoperti verso Porta Giustizia, e gli oggetti di epoca neolitica trovati nell’area del Tempio di Cerere. Anzi, proprio sulle lievi alture dove ora troneggiano il Tempio di Cerere e la Basilica, nel periodo eneolitico (cioè, attorno al III millennio a.C.) sorgevano probabilmente due piccoli villaggi, separati da un torrente che scorreva dove ora si trova il Foro.
Lì si insediarono delle genti provenienti da Oriente, più o meno dall’attuale Turchia, che hanno preso il nome di Cultura del Gaudo perché nella località di Spina-Gaudo, poco a nord di Paestum, fu scoperta nel 1943 la loro necropoli. Una scoperta del tutto casuale: lì infatti le truppe alleate, da poco sbarcate a Salerno, avrebbero voluto realizzare una pista di atterraggio per gli aerei.
Segue un laboratorio che prevede attività a carattere prevalentemente pratico e sperimentale, preceduto da una breve presentazione introduttiva.
I bambini si cimenteranno nell’antica arte di realizzare manufatti in argilla con la tecnica del colombino.
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